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July 2020

A distanza di pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge 17 Luglio 2020, n. 77, di conversione del c.d. Decreto Rilancio (D.L. 19 maggio 2020, n. 34), un breve commento sulla disposizione relativa al “marchio storico di interesse nazionale”. Si tratta dell’art. 43 del Decreto Rilancio (rimasto sostanzialmente invariato anche a seguito della conversione del Decreto in Legge), con il quale viene istituito – al fine di salvaguardare i livelli occupazionali nonché di consentire la prosecuzione dell'attività d'impresa – un Fondo “finalizzato al salvataggio e alla ristrutturazione di imprese titolari di marchi storici di interesse nazionale iscritte nel registro

Con una recente pronuncia (n. 8034 del 22 aprile 2020), la Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema della rilevabilità d’ufficio della avvenuta transazione della lite. In particolare, la Corte, ha espressamente affermato che “l’intervenuta transazione della lite determina l’obiettivo venir meno dell’interesse della parti alla pronuncia giurisdizionale”. Tale carenza d’interesse è altresì rilevabile dal Giudice adito, anche d’ufficio. Venendo più nello specifico al caso di specie, la Suprema Corte ha ritenuto che la pronuncia della Corte d’Appello di Genova fosse viziata da un “insanabile contrasto fra motivazione e dispositivo (…)”. E ciò in quanto – pur dando conto del fatto

Con due recentissime ordinanze (n. 7559 del 27 marzo 2020 e n. 9147 del 19 maggio 2020), la Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema del diritto all’oblio (i.e. “il giusto interesse di ogni persona a non restare indeterminatamente esposta ai danni ulteriori che arreca al suo onore ed alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di una notizia in passato legittimamente divulgata”, Cass., ord. n. 7559/2020, nella quale è espressamente richiamata Cass. n. 3679/1998), e sulle differenze che intercorrono con il diritto alla riservatezza. Secondo gli Ermellini (Cass. ord. n. 9147/2020): “il diritto all'oblio, a differenza del diritto alla riservatezza,

Il Tribunale di Roma si è pronunciato lo scorso 29 maggio in tema di affitto di azienda, con particolare riferimento alla rimodulazione del canone, nel caso di temporanea chiusura delle attività commerciali dovuta alle misure adottate per contenere il diffondersi della pandemia da Covid-19. Nel caso di specie, l’affittuaria di un ramo d’azienda (inserito in un centro commerciale) ha promosso un procedimento cautelare ex art. 700 c.p.c. nei confronti della proprietaria, chiedendo al Giudice adito: di sospendere l’obbligo di corrispondere tutti gli oneri derivanti dal contratto di affitto di ramo di azienda per il periodo di 6 mesi dal deposito del